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24 novembre 2020

A Caccia del Diavolo, Kerri Maniscalco || Review.

 A Caccia del Diavolo by Kerri Maniscalco


Titolo: A caccia del Diavolo.

Autore: Kerri Maniscalco

Casa Editrice: Oscar Fantastica

Prezzo di Copertina: 20,00€

Trama: Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cress-well sono giunti in America, una terra audace, sfrontata, brulicante di vita. Ma, proprio come la loro Londra adorata, anche la città di Chicago nasconde oscuri segreti. Quando i due si recano alla spettacolare Esposizione internazionale, scoprono una verità sconcertante: l’evento epocale è minacciato da denunce di persone scomparse e omicidi irrisolti. Audrey Rose e Thomas iniziano a indagare, per trovarsi faccia a faccia con un assassino come non ne hanno mai incontrati prima. Scoprire chi sia è una cosa, ben altra faccenda è catturarlo, soprattutto all’interno del famigerato Castello degli Orrori che ha costruito lui stesso, un covo di torture labirintico e terrificante.

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Quando il troppo (trash) storpia.


Aloha! Bentrovati in questa invettiva recensione sull'ultimo libro della saga di Stalking Jack the Ripper di Kerri Maniscalco: "A Caccia del Diavolo."

La vera caccia qui è trovare un senso a questo capitolo finale di una saga che era partita bene. Doverosa premessa: trovo questa tetralogia, almeno nei primi due suoi libri, godibile e leggibile se si prende come lettura d'intrattenimento, non è certo un lavoro da 5 stelle e la scrittura è molto semplice così come tutta la costruzione del mondo e la caratterizzazione dei personaggi decisamente stereotipati ma godibili, però è un romanzo che si lascia leggere ed apprezzare. [Qui trovate la recensione del primo libro della saga].

Cos'è andato storto con questo ultimo capitolo? Be' la mia personalissima e non richiesta opinione è che non doveva esserci, mi spiego: già dal terzo libro assistiamo ad una caduta di "qualità" ma si riesce a sopportare perché le vicende e le atmosfere di "In fuga da Houdini" sono particolari ed affascinanti, nell'ultimo libro viene a mancare tutto questo ed è praticamente inutile. La Maniscalco poteva fermarsi ad una trilogia godibile, ma ha voluto strafare e storpiare tutto il suo lavoro.


Le argomentazioni di questa mia opinione risiedono in 3 fattori:


Punto 1: Il romance.

Nelle prime 300 pagine (su 480) si ha l'impressione di leggere un Harmony, non sto scherzando, le dinamiche sono esattamente uguali a quelle dei romanzi di Rosamunde Pilcher che mia madre venera. Non farò spoiler ma accade una cosa che va a minare la relazione fra Audrey Rose e Thomas che è del tutto inutile ai fini della trama perché oltre a non generare alcuna conseguenza reale (a parte le menate che la nostra carissima Audrey decide di appiopparci) viene risolta a fine libro con mezzo rigo, che se non stai attent* rischi anche di non vederlo (o forse è colpa mia che per finire questo libro ho adottato la tecnica "saltiamo questa parte noiosa" ovvero l'80% del libro). Altro commento, questa volta dettato anche dal mio animo da editor, sono alcune scene romantiche (if you know what i mean) che sono del tutto non funzionali al testo. Possono esserci, per carità, ma devono sempre essere inserite con parsimonia e con logica, non buttate a cavolo per far aumentare il numero delle pagine. (E per carità, scriviamole bene, basta con metafore inutili e senza senso!).

Punto 2: Il "cattivo".

Leggendo la Maniscalco ho capito una cosa: ho un futuro da detective (leggetelo con la voce di Lucifer Morningstar, vi prego!). 4 libri su 4 ed ho indovinato il cattivo, qui o sono io una mente geniale oppure è la cara Kerri che dovrebbe scrivere cose meno palesi.

Il succo di questo punto però non sono le mie doti deduttive, ma la conferma che questo libro poteva non esistere dal fatto che ha "riciclato" un cattivo, ed anche male, perché ha praticamente fatto tabula rasa su alcuni avvenimenti avvenuti in un libro (no voglio darvi troppe info, perché non voglio spoilerarvi), rendendolo praticamente "inutile". La spiegazione sul motivo per cui ha scelto questo antagonista ci viene poi data, ma nelle note dell'autrice, come a volersi giustificare lei stessa per la sua scelta di arrampicarsi sugli specchi. Il vero problema è che anche se si sorvola la pessima scelta del cattivo, questo viene proprio trattato male perché non ci viene spiegato nulla, rilegato alle ultime
50 pagine (ad esagerare) e "sconfitto" in una maniera così surreale che se ci penso rido. Ma non doveva essere un romanzo gotico / horror?

❛Fu confortante, in un certo senso, comprendere finalmente perché nella mia anima albergasse da sempre l’oscurità. 

Il motivo non poteva essere più semplice: per fermare il diavolo, dovevo essere più malvagia di lui. ❜


Punto 3: Audrey Rose.

Piccola, ma doverosa premessa, sono la tipica persona che odia spesso non sopporta le protagoniste, specie se il libro è narrato esclusivamente nel loro POV, Audrey Rose si era salvata in corner, per poi precipitare a picco come il titanic o dovrei dire l'Etruria nel terzo libro.

Se nei primi due libri ci viene presentata una pseudo eroina, femmini-- no non riesco a scriverlo, una donna che sa il fatto suo ed è decisa ad avere la sua indipendenza, con il passare del tempo questo viene a mancare, ma per un motivo che ricalca il titolo di questo articolo: il troppo storpia.

Audrey Rose sta ogni mezzo rigo a ripetere quanto lei sia forte, indipendente, questo solo perché le piace sventrare cadaveri e fa cose brutte (ma dove?). Basta!! Abbiamo capito!! Non serve ribadire il concetto ogni secondo, soprattutto se poi è solo fumo e niente arrosto.


Non vado oltre, perché credo di aver parlato male abbastanza di questo libro che poteva non esserci e che ha decisamente "rovinato" una bella storia con del potenziale non sfruttato. Le uniche cose che salvo? Thomas e Sir Isaac, il primo perché è davvero un santo solo per essersi in qualche modo innamorato di Audrey Rose, anche se tecnicamente in questo quarto libro fa ancora meno del solito, il secondo perché è un gatto ed i gatti vanno amati.

Leggete questo libro solo se avete voglia di saltare la metà delle pagine o non vi piace lasciare in sospeso una saga che avete apprezzato all'inizio.

La mia recensione finisce qui, vorrei parlare dello stile di scrittura della Maniscalco, ma in questo libro è così pessimo che non ci riesco proprio.

Aspetto lo spin off su Liza.


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INTRECCIO:⭐️⭐️

WORLDBUILDING:⭐️⭐️

PERSONAGGI:⭐️⭐️

STILE:⭐️




5 novembre 2020

Blog tour Tenebre e Ossa: "La creazione del Grishaverse".


Blog tour - TENEBRE E OSSA by Leigh Bardugo.






Titolo: Tenebre e Ossa
Autore: Leigh Bardugo
Casa Editrice: Mondadori 
Prezzo di copertina: 17,90€
TRAMA: L'orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d'Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell'amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente. Subito viene arruolata dai Grisha, l'élite di creature magiche che, al comando dell'Oscuro, l'uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l'intera corte. 





La creazione del Grishaverse.


    Ahloa a tutti! Oggi sono qui con voi per l'ultima tappa del blog tour dedicato al primo libro della trilogia di Shadow and Bone: Tenebre e Ossa.

In Italia questo libro era stato già tradotto ma la casa editrice aveva deciso di non proseguire la traduzione, per fortuna la Mondadori - che ringrazio per avermi omaggiato dell'ebook e ha permesso la realizzazione di questo blog tour - è corsa in soccorso di tutti i fan ed ha acquistato i diritti, pubblicando prima Sei di Corvi ed Il Regno Corrotto (se non li avete letti, cosa state facendo qui? Correte a farlo! Tecnicamente andrebbero letti prima i libri della trilogia, ma questo è un altro discorso! Per sapere il corretto ordine di lettura vi consiglio questo video!) ed ora porterà la traduzione di tutti e tre i libri della prima trilogia (composta da: Shadow and Bone, Siege and Storm e Ruin and Rising) e si spera anche dello spin off dedicato a Nikolai King of Scars e Rule of Wolves (quest'ultimo in uscita a marzo 2021 che concluderà la saga del grishaverse, a meno che la Bardugo non ci delizi con un terzo libro di Six of Crow. Ti prego scrivilo, mi manca Kaz!).


    Prima di addentrarci nel vivo dell'approfondimento, vorrei condividere con voi una brevissima recensione. Avendo letto la duologia prima della trilogia (che ho già concluso perché ho letto tutti i libri in inglese ed è stato un piacere fare questa ri-lettura in italiano) conoscevo già lo stile di scrittura della Bardugo, che si può descrivere in una parola: perfetto. Nella trilogia la prosa dell'autrice non è da meno, ma risulta ancora "acerba" ma che si perfeziona sempre di più,  già sul finire di questo primo libro. Trovo che la magnificenza di Sei di Corvi sia inarrivabile ops forse sono un po' di parte, ma Tenebre e Ossa è comunque un buon libro per vari aspetti, primi fra tutti è l'ambientazione ed il mondo che la Bardugo ha creato. 

Qui abbiamo il primo, pieno assaggio di Ravka e del mondo Grisha, un primo accenno a quanto il potere può portarti a splendere o a oscurare il tuo animo.

L'Oscuro è un Cattivo (io lo odio ed amo al tempo stesso, la cosa manda molto in crisi, fidatevi) con i contro fiocchi, riesce quasi a farti apprezzare quello che dice, perché come la Bardugo insegna: mai è tutto completamente bianco o nero, ma soprattutto tutti hanno un motivo per agire, sbagliato o giusto che sia, la propria convinzione giusta o sbagliata è quella che muove il tutto. [Per sapere di più vi rimando all'articolo di approfondimento su di lui, una delle tappe del blog tour]

Alina è una protagonista con del potenziale, ma ancora acerba e con poco carattere, nonostante il libro sia narrato dal suo punto di vista non sono riuscita ad entrare in sintonia con lei, ma vi rimando anche qui all'approfondimento sulla sua figura.


❛ «Il problema del desiderio [...] è che ci rende deboli.» ❜


    Come ho già accennato il motivo per cui ho adorato principalmente questo libro è l'ambientazione. Per questo vorrei approfondire con voi il modo in cui la Bardugo ha creato Ravka e cosa l'ha ispirata per la creazione di questo mondo fantastico.

La Bardugo stessa ha dichiarato che tutti i territori facenti parte del Grishaverse sono fortemente condizionati da stati realmente esistenti. Se Shu Han è ispirato ai territori asiatici, in particolare la Corea del Sud ed il Giappone, Fjerda alle lande norvegesi e Kerch è un mix tra Venezia ed Amsterdam, Ravka è la caricatura fantasy della Russia zarista, in particolare del periodo di Alessandro III e Nicola II.


Il primo collegamento con la Russia lo troviamo nel termine Grisha, che in Tenebre e Ossa sono delle persone dotate di particolari poteri, la nostra protagonista ad esempio è in grado di evocare la luce, mentre altri possono alterare il battito cardiaco o controllare le tempeste!

"Grisha" è il diminutivo del termine "Gregory" che significa "vigilante" e deriva dal termine biblico "Grigori" (riconoscibile anche nelle storie sugli angeli caduti), inoltre ricorda la parola "geisha" che fa pensare alla bellezza e alla segretezza che circonda l'elite magica di Ravka.

Altro collegamento alla Russia, oltre al sistema politico, è anche il forte legame che il popolo ha con la rappresentazione degli idoli e dei santi, una parte molto importante di tutta la trilogia è appunto il riferimento ai santi, non farò spoiler, ma l'affezione e la devozione dei Ravkiani alla santità sarà un punto cruciale per lo sviluppo della trama ed incontreremo un personaggio in particolare: l'Apparat che ricorda la figura di Rasputin. (No, non quello di Anastasia, anche se ci assomiglia molto!!).

La Bardugo si è molto ispirata alla Russia, prendendo come punto di partenza la forte distinzione fra le classi sociali, il fallimento dell'industrializzazione, la formazione dell'esercito, ma l'ha adattata ad un mondo fantasy dove il potere è un pericolo ben più grande di quello che si vuole ammettere e che la fiducia riservata alla persona sbagliata può portare alla rovina.


❛Chiunque avesse in mente di attraversare la 

Faglia d’Ombra avrebbe fatto bene a fermarsi a pregare.❜


    L'idea per la realizzazione della Faglia d'Ombra è arrivata quando la Bardugo si è posta la domanda: E se l'oscurità fosse un luogo? E se i mostri che immaginiamo fossero reali e dobbiamo combatterli nel loro territorio? Nei fantasy l'oscurità è spesso una metafora, la Bardugo l'ha resa una cosa reale, un luogo fisico e tangibile.

Tutta la costruzione del Grishaverse si basa su esperienze e fatti reali, ma che la Bardugo ha saputo interpretare donando loro originalità e perfino una caratterizzazione, tutto questo, per me, è il vero punto forte della trilogia, che se parlare anche con i suoi luoghi. Quando leggiamo possiamo benissimo immaginare dove i nostri protagonisti si muovono, assaporiamo ogni dettaglio, perché è questo che rende la scrittura della Bardugo sopraffina.


    Il mio consiglio per voi è quindi di leggere questo libro immergendovi completamente in questa storia non solo per ciò che vuole raccontare con i suoi personaggi, ma anche con quello che vuole far vedere con la sua ambientazione.


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Dove puoi trovare gli altri articoli del blog tour:


Ashadesofme: "Alina Starkov: Orfana, prescelta o guerriera?"

Ophelia_Cole & JulesVandeberg: "La serie tv"

luislostinbooks: "La figura dell'Oscuro"









14 ottobre 2020

Le diecimila porte di January - Recensione


 Le Diecimila Porte di January by Alix E. Harrow

Recensione





Titolo: Le diecimila porte di January
Autore: Alix E. Harrow
Casa Editrice: Mondadori Oscar Vault
Prezzo di copertina: 20,00€
TRAMA: Estate 1901. Un’antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto.

Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti “di un valore singolare e unico”, e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura. Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d’argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma.

Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: LE DIECIMILA PORTE. 


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Le diecimila porte di January è una bellissima storia d'Amore, si con la A maiuscola, perché è un amore che non può essere relegato o rilegato ad un semplice sentimento. E' qualcosa che sta oltre la soglia, come quella che si ritrova a varcare January all'inizio del suo racconto. 

Questo libro mi ha lasciata spiazzata, ed in lacrime perché mi aspettavo di leggere un racconto introspettivo e mi sono ritrovata fra le mani pagine fatte di amore, nostalgia, ricerca, attesa, paura, mistero, ingiustizia e forza.

Ci sono tante cose in questo libro, scritte con una semplicità particolarmente accattivante, con uno stile lineare ma che ad ogni parola nasconde di più. L'autrice è al suo primo scritto e si nota da una prosa non sempre al massimo, ma compensa con tutto quello che c'è sotto. E' una storia che si fa leggere perché abbiamo tanti elementi che vengono intrisi di curiosità, di sapere, di introspezione, che ci fa pensare al doppio significato di ogni frase, ma che alla fine rimane quello che tutti non si aspettavano: il racconto di un amore perso e poi ritrovato. Un amore che può avere l'aspetto di una persona, di un mondo o di se stessi.


❛Credo che ogni storia sia una storia d’amore se la si osserva nel momento giusto, 

di sbieco, alla luce del crepuscolo.❜


La trama di questo libro è qualcosa di semplice, "già vista" (con la teoria del multiverso), ma tratta in maniera particolare, perché possiamo distinguere due blocchi principali. La parte iniziale è una grande introduzione, vediamo come la nostra protagonista - e voce narrante - cresce, seguiamo con gli occhi di January la sua storia, la vediamo prepararsi a quello che dovrà affrontare. Sappiamo come è arrivata a fare e dire tutto quello che farà e dirà nella seconda parte del libro, dove il racconto lascia lo spazio ad un'azione, lineare ma dinamica, che si snoda in un viaggio, nel cuore, nella mente e anche nello spazio di questo mondo che non è solo, come non è sola January. 

La seconda parte del libro inizia a far muovere gli ingranaggi della storia. Ho amato la scelta narrativa dell'autrice, il lettore riesce a capire un secondo prima dei personaggi quello che sta per accadere, creando un mix di stupore e consapevolezza. 

I personaggi sono pochi, ma buoni. January è una protagonista valida (adoro l'origine mitologica del suo nome, ha una spiegazione bellissima e super in linea con la storia), anche se spesso fa delle scelte ingenue, ma giustificate dalla sua innocenza e dalla "bolla" in cui è cresciuta.

Jane è il tipico personaggio che ha tutte le caratteristiche per farsi amare dalla sottoscritta, forte, autoritaria, ma con un cuore apparentemente di pietra che nasconde molto di più. Vorrei tanto avere un libro con la sua storia. Samuel è un personaggio poco accennato, così come la sua relazione con January, ma c'è stato in un momento significativo, rappresenta la chiave che sblocca un grande ostacolo nella protagonista. 

Ci sono dei Cattivi in questo libro, ma non voglio dire chi, perché non sono scontati - nonostante si possa pensare di si - perché dipende da cosa si intende con malvagio. In questo libro, l'attesa è l'incubo peggiore, a mio avviso.

Infine, ma non per importanza abbiamo Addie e Yule. Devo ammetterlo, ho pianto, lacrime vere, per la loro storia, in due punti in particolare: che non dirò perché bisogna scoprirli da sé. La loro è la storia d'Amore di cui parlavo poco prima, un sentimento che mi viene da paragonare al filo del destino, che insegna quanto due anime siano legate fra loro. Per amore queste due persone hanno intrapreso un viaggio che ha portato loro a fare degli sbagli, a soffrire, a far soffrire, ma alla fine hanno vinto loro.


❛E’ il momento in cui la porta si apre, quando le cose scorrono lungo i mondi, che le storie accadono.❜


Questo è un libro che consiglio a chiunque ama le Storie, con la S maiuscola, scritte bene e che fanno bene al cuore. E' un libro che lascerà una sensazione di benessere nel petto, nonostante non sia perfetto (dopo tutto è pur sempre la prima opera dell'autrice) e che poteva essere approfondito maggiormente sotto alcuni aspetti (come la caratterizzazione di alcuni personaggi, le descrizioni dell'epoca storica o delle azioni dei personaggi) è comunque un romanzo che fa il suo lavoro: far sognare e farci credere nel potere delle parole. 

Nota di merito per come l'autrice ha trattato la questione della diversità, sotto a tutto il racconto, oltre ad un'introspezione che riguarda le storie, le parole, la scrittura ed i libri, c'è anche una denuncia verso il razzismo. La nostra protagonista viene definita "una cosa di mezzo", come lo sono le soglie delle porte, qualcosa che potrebbero non avere valore, diverse, inusuali, inutili, ma che assumono un significato ed un potere grandissimo, il diverso è rappresentato anche dai mondi, che vengono ritenuti minacciosi, con i loro doni particolari.

"Ma per un mondo fatto di buio, anche la luce può risultare una minaccia"

Questo, a mio avviso, è il messaggio più grande che porta questo libro. 


🦉🦉🦉🦉🦉


INTRECCIO: ✨✨
WORLDBUILG: 
PERSONAGGI: ✨✨✨
STILE: ✨✨✨


4 /✨ 





30 settembre 2020

MontagueSiblings #1 - Recensione

 Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini by Makenzi Lee

Recensione





Titolo: Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini (Montague Siblings #1)
Autore: Makenzi Lee
Casa Editrice: Mondadori Oscar Vault
Prezzo di copertina: 28,00€ (Sibling Edition)
TRAMA: Henry “Monty” Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d’Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l’amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un’incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all’uomo attraverso l’Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty.







⚠️ Disclaimer: prima di iniziare questa recensione vorrei portare l'attenzione su di una "controversia" riguardate l'autrice del libro che - attraverso alcuni post su twitter - si è rivelata razzista nei confronti di alcune autrici in maniera più o meno velata. Vorrei quindi comunicare ai miei lettori che io mi discosto completamente dal pensiero della Lee.

                                           🦉🦉🦉🦉🦉

Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini è il primo libro di quella che è la trilogia dei "Montague Siblings" scritta da Makenzi Lee e che il 29 settembre è uscita per la Oscar Vault (che ringrazio per avermi fornito il pdf in anteprima) in una veste speciale, perché il libro è double-face! Girandolo infatti troviamo anche il secondo libro della saga, di cui, però, vi parlerò nei prossimi giorni! 

Questo libro conta ben 424 pagine che io ho letteralmente divorato letto in poco più di due giorni, complice il fatto che la scrittura della Lee (di cui ho già letto LOKI: Il giovane Dio dell'inganno, trovate qui la recensione) è molto scorrevole e non si perde in astruse frasi poetiche ed usa una sintassi molto basilare. L'utilizzo del personaggio principale come narratore unico e voce della coscienza diretta non fa che aumentare la rapidità della narrazione, soprattutto perché il nostro Monty è davvero un personaggio molto loquace, schietto e privo di filtri. La velocità però qui viene premiata a discapito di una descrizione delle situazioni - e dell'ambientazione - molto basilare. Noi vediamo i nostri protagonisti agire in un mondo che non ci viene descritto, tutto è molto scarsamente accennato, lasciato all'immaginazione del lettore che con alcuni dettagli lasciati qui e là e molta fatica nel ricordarsi le nozioni storiche studiate alle medie deve crearsi da se il "mondo" in cui ci troviamo (ndr siamo nel 1700). Anche la descrizione fisica dei personaggi e delle azioni di questi viene molto data per "scontata", un difetto che passa in secondo piano solo perché nella prima metà del libro non ci serve sapere molto, ma da quando la trama diventa meno statica, un approfondimento da parte dell'autrice di determinati argomenti (come l'alchimia) poteva essere fatto! Peccato.

❛Non siamo cose rotte, nessuno di noi. Siamo ceramiche spaccate aggiustate con lacca 

e scaglie d'oro, intere come siamo, complete l'una nell'altra. Complete e degne e tanto amate.❜


La trama di questo libro è molto basica e piuttosto lineare, non ci sono grandi colpi di scena o rivelazioni, ma è tutto favorevole alla semplicità di lettura ed è un perfetto libro con cui intrattenersi per qualche ora. Alcune situazioni diventano un po' forzate ed inverosimili, create appositamente per dare un momento di pathos tra i personaggi o farli penare ancora un po', ma strizza l'occhio ai vecchi romanzi di avventura ed è ben fatta.
I personaggi sono uno dei punti forte di questo libro, a partire da Henry Montague, che rappresenta il tipico personaggio che vorresti prendere a schiaffi ogni cinque righe ma che in un modo o nell'altro riesci a comprendere ed a empatizzare con lui, soprattuto perché ha un bel percorso di crescita. La scelta del suo unico punto di vista per raccontare l'avventura è molto azzeccato, perché riusciamo chiaramente a guardare il tutto dalla prospettiva di un ragazzo ricco, irriverente, arrogante e dall'apparente vita perfetta, ma che nasconde dentro di se tantissime insicurezze, che sfociano in una dolcezza non immaginata.
Felicity è un personaggio che mi ha fatto piacere leggere, ma che ancora devo ben inquadrare, perché tolto il suo voler essere una ragazza indipendente - in un mondo dove le donne non potevano fare nulla - alcune sue parole mi hanno fatto storcere il naso; nel suo libro sono certa ci darà molte soddisfazioni, ma per ora il giudizio è rimandato.
Percy è dolcissimo e un perfetto compagno di avventure e di vita per Monty, mi è piaciuto tantissimo il suo essere così razionale, diligente, ma anche disposto a rischiare per il bene degli altri. E' un ragazzo che porta con se alcuni importanti temi, come il pregiudizio razziale e la malattia, affrontati da lui con grande forza e determinazione, ma anche tanta paura e timore, che nel corso del libro vengono combattute grazie al coraggio e buon cuore di Percy.
I temi trattati sono - a mio avviso - il cardine di questo libro ed anche il motivo principale per cui andrebbe letto. L'omosessualità, la bisessualità (ed anche un accenno di asessualità) vengono trattate con il giusto rispetto, viene evidenziato quanto stupido e insensato fosse il pensiero dell'epoca su determinati temi, tutte le conseguenze dell'essere "diverso" (sia a livello sentimentale, che politico-sociale, o semplicemente d'aspetto) che trovavano le soluzioni in uno schietto no piuttosto che nella comprensione. La Lee non ha fatto un lavoro eccezionale, ma neanche da buttar via.

In conclusione il libro mi è piaciuto, quando l'ho iniziato a leggere sapevo già che non sarebbe stato il "libro della vita" ma una piacevole lettura, ben bilanciata e con dei personaggi che in un modo o nell'altro ti fanno sorridere quando pensi a loro.

🦉🦉🦉🦉🦉


INTRECCIO: ✨✨
WORLDBUILG: 
PERSONAGGI: ✨✨✨
STILE: ✨✨✨


3.5 /✨ 


31 agosto 2020

SJTR - Recensione

 Sulle tracce di Jack lo Squartatore by Kerri Maniscalco

Recensione



Titolo: Sulle tracce di Jack lo Squartatore (Stalking Jack The Ripper #1)
Autore: Kerri Maniscalco
Casa Editrice: Mondadori Oscar Vault
Prezzo di copertina: 20,00€
TRAMA: È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.




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Jack lo Squartatore è il serial killer più famoso della storia moderna ed in questo primo romanzo, debutto dell'autrice americana Kerri Maniscalco, si conferma uno degli assassini più spietati, il suo operato rimane impunito nella realtà perché Jack lo spudorato ha avuto la fortuna di non incontrare Audrey Rose Wadsworth, l'eroina del nostro libro.
Il 15 settembre uscirà finalmente per la Oscar Vault (che ringrazio per avermi fornito la copia in anteprima, oltre che per aver creato un edizione meravigliosa per questo libro - ed i successivi due che usciranno lo stesso giorno) Sulle tracce di Jack lo squartatore, il primo della tetratologia Stalking Jack the ripper. 

❛Molte persone ignorano ciò che hanno davanti agli occhi. 

Credono di vederlo, ma si fermano a quello che vogliono vedere.❜


Possiamo quasi definire questo libro una sorta di re-telling di Sherlock Holmes, ambientato in una Londra di fine 1800, nel pieno dell'epoca vittoriana, troviamo la nostra Audrey Rose (Watson), figlia di un Lord, il cui interesse principale non è bere tè e partecipare ai balli dell'alta società, ma eseguire autopsie nello studio dello zio e scoprire i segreti dell'uomo, abbracciando la scienza come unico credo. Audrey Rose è un personaggio forte, ben inquadrato in un mondo dove le donne potevano solo parlare di pizzi e merletti, ma che, seppur non rinunciando alla sua femminilità, non ha problemi a sporcarsi le mani ed a raggiungere compromessi pur di far valere la propria voce ed autorità. Audrey è una moderna eroina che usa la logica ed i fatti come metro di valutazione, ma possiede una sensibilità straordinaria che la rendono la più umana fra tutti.
Ad un passo di distanza da lei, troviamo Thomas Cresswell, un ragazzo bello, alto, carismatico, intelligente, il perfetto rampollo della classe più alta dalla società, ma in lui vediamo delle ombre che lo rendono anche misterioso, complesso e decisamente affascinante. Mr Cresswell è senza dubbio il nostro Sherlock, che ci delizia con la sua irriverenza, le sue brillanti deduzioni e quel pizzico di arroganza che lo rende accattivante ed anche molto figo

❛Gli uomini della mia vita si sentivano in diritto di tenermi in catene, e lo detestavo con tutta me stessa. 

Tutti tranne Thomas, riflettei. Lui mi provocava affinché agissi e pensassi con la mia testa.❜


Il rapporto che si instaura tra Audrey e Thomas getta le basi per una ship che regalerà gioie ed anche dolori, per usare un gergo che ultimamente spopola: sono due clown sottoni.

© Gabriella bujdoso

Ho adorato ogni loro interazione perché oltre ad essere dolci e divertenti, il loro interagire è stato ben utilizzato dall'autrice per stemperare tutto il racconto che spesso risulta molto crudo e cupo, la Maniscalco infatti ci va giù pesante con le descrizioni degli omicidi e le scene del crimine ed è stata molto brava a ricreare un atmosfera macabra, a tratti ansiosa, specie sul finire del libro.
La trama è molto lineare, personalmente ho trovato la risoluzione finale - e la scoperta dell'identità di Jack - leggermente scontata, prevedibile, ma potrebbe essere stata una scelta autoriale ben realizzata, perché l'autrice lascia degli indizi che sul finire risultano piuttosto palesi.
O forse sono io che sono una brava Sherlock.

In conclusione questo primo romanzo è una lettura piacevole, scorrevole ed anche accattivante, che fa riflettere molto sul significato della vita, nonostante il libro sia permeato di morte. Consigliato a chi ama le atmosfere Dark, il mistery alla signora in giallo, un po' di sano romance; il tutto reso ancora più affascinante grazie all'ambientazione vittoriana che per determinate tipologie di romanzo si presta perfettamente, grazie alla giusta dose di pregiudizio, voglia di farsi sentire e curiosità per un epoca piena di ombre e demoni da sconfiggere.

🦉🦉🦉🦉🦉


INTRECCIO: 
WORLDBUILG: 
PERSONAGGI: ✨✨✨ 
STILE: ✨✨✨


3.5/5  



26 agosto 2020

Echi in Tempesta - Recensione.

 


Echi in Tempesta by Christelle Dabos
Recensione



© edizioni e/o
Titolo: Echi in tempesta ( Attraversaspecchi #4)
Autore: Christelle Dabos
Casa Editrice: Edizioni e/o
Prezzo di copertina: 16,50€
TRAMA: Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non possono farlo alla luce del sole: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull'indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell'Altro, l'essere di cui non si conosce l'aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l'Altro, senza sapere nemmeno com'è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn approderanno all'osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno i due, lì scopriranno le verità che cercano e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.


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Echi in Tempesta è l'ultimo capitolo di una saga complessa, bizzarra, ambiziosa, magica, innovativa, sorprendente e geniale. La Dabos con il suo Attraversaspecchi è riuscita a portare una ventata di aria fresca nel panorama fantasy contemporaneo, con una tetralogia che va letta, vissuta ed assaporata (vi ho già parlato in precedenza dei primi tre libri, e conoscete già la mia venerazione per questa saga) ma che nel suo termine ha lasciato tanti dubbi, soprattutto ad una domanda fondamentale: questa conclusione mi è piaciuta? 

❛ “Finché non conoscerete l’intera verità neanche voi sarete mai intera.” ❜


“Confusione” è la parola d’ordine. Sia per quanto riguarda i miei pensieri, sia per il libro in se.
Ammetto di essere partita con altissime aspettative per questo ultimo capitolo di una saga che ha significato molto per me, mi ha delusa? Un po’.

Non perché il libro sia brutto - anzi, la Dabos è comunque un autrice che conferma una penna abile, originale e filosofeggiante - ma per il semplice fatto che è tutto “troppo” ma alla fine è “niente”.

© hot_laim

La saga dell’Attraversaspecchi è ben scritta, affascinante, originale, geniale, appassionante, introspettiva ed anche assurda, ma qui il tutto è portato ad un esagerazione troppo forzata, come se l’autrice avesse tirato troppo la corda e non sa più come ripiegarla per posare definitivamente la parola “fine” alla tetralogia.


Echi in Tempesta nella sua prima parte è piena di domande che trovano a fatica risposte, il lettore è comunque abituato, ma dopo parecchie pagine, quando si arriva alla soluzione finale rimane deluso dai troppi “Davvero?”. 

Le risposte arrivano ma a mio parere non sono soddisfacenti e soprattutto non sono in linea con tutto quello che è stato detto con i libri precedenti, troppe incongruenze, troppe risposte lasciate intendere e volubili, troppe occasioni sprecate, troppi personaggi pescati dal gruppo e non sfruttati.
 Troppo tutto.

Sono stati aggiunti misteri, senza prima risolvere in maniera acuta - abilità che la Dabos possedeva ma che ha trascurato in questo finale - tutto ciò che i primi tre libri si trascinavano dietro. Tanto da far arrabbiare per una risoluzione che sembra così banale.

Eppure mi sono ritrovata a sorridere più di una volta durante la lettura, soprattutto (anzi: quasi solamente) con tutte le scene di Thorn ed Ophelia. In questo ultimo libro vediamo i due sposi finalmente insieme, a combattere fianco a fianco il mistero di Eulalia, di Dio e dell’Altro. Per quanto l’epilogo sia stato un colpo al cuore, troppo affrettato e pieno delle mie lacrime, l’ho trovato comunque dolce e pieno di speranza.


❛ Alto, basso, destra e sinistra tornarono al proprio posto 

nell’attimo in cui le braccia di Thorn la strinsero.
Finalmente aveva trovato un punto di ancoraggio. ❜


© kaminarynyan

Questo libro è da leggere con la consapevolezza che può deluderti, ma che amerai lo stesso, perché il mondo creato dalla Dabos è perfettamente in linea con tutto quello che viene descritto.

Ophelia e Thorn sono cresciuti tanto, ho amato l’evoluzione di lei e come ha imparato ad accettare se stessa, a sacrificare tutto, ma senza pensare troppo, a gestire il se senza pensare al ma. Ophelia è l'eroe di questa storia, la sua storia. Così come Thorn, il mio personaggio preferito in assoluto della saga, che finalmente ha avuto il suo spazio per capirsi e lasciarsi capire. Ho amato i pochi pov dal suo punto di vista, Thorn merita tutto; per lui ho l'amaro in bocca, perché il suo finale sembra vanificare tutto il suo percorso, ma al tempo stesso, oltre, risulta una perfetta conclusione per lui. 


Nonostante tutto, ne vorrei...

❛ Anche un po' di più. 

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INTRECCIO: 
WORLDBUILG: ✨ 
PERSONAGGI: ✨✨✨ 
STILE: ✨✨✨✨✨


4/5  







26 febbraio 2020


LOKI. Il giovane Dio dell’inganno by Mackenzi Lee
Recensione


© oscar vault
Titolo: LOKI. Il giovane Dio dell’inganno
Autore: Mackenzie Lee
Casa Editrice: Oscar Vault Mondadori
Prezzo di copertina: 20€
TRAMA: Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l’apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. Quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos’è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino. 


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Dal 3 marzo potremo avere nelle nostre mani questo bellissimo volume dedicato al Dio Loki, ringrazio la Oscar Vault per avermi mandato il pdf dandomi la possibilità di leggere in anteprima questo piccolo gioiello.

© garotasgeeks
Loki. Il giovane Dio dell’inganno è un piacere per gli occhi, sia per la sua bellissima copertina, curata nei minimi dettagli sia per l’atmosfera che viene evocata mentre lo si legge.

Per apprezzare questo libro c’è una piccola premessa da fare: dimenticatevi qualsiasi cosa sapete sul conto di Loki. Quello dipinto dalla Lee è diverso da qualsiasi eccezione finora descritta del giovane Dio norreno. Non è assolutamente il mago incantatore della mitologia classica, od il cattivo di turno di qualche rivisitazione alla Rick Riordan, strizza un po’ l’occhio al Loki che tutti abbiamo imparato ad amare grazie al Marvel Cinematic Universe (vi vedo che siete con gli occhi a cuore pensando a Tom Hiddleston!). Questo Loki è un giovane Dio, alle sue prime imprese eroiche, che scopre cosa è in grado di fare con i suoi poteri e cresce con loro durante tutta la narrazione.


Il libro mi è piaciuto? Si! Non mi ha fatto impazzire, ma complice il mio amore per la mitologia e per il personaggio in sé (#MarvelFan), l’ho apprezzato tantissimo, nonostante presenti alcuni topos della letteratura ya fantasy che possono stonare in un’ambientazione del genere. 


❛ Sei già il cattivo nelle storie di tutti, Loki. 
Perché non inizi a interpretare la tua parte? ❜

Il libro da per scontato molte cose, per chi non ha mai sentito parlare di mitologia Norrena  (male! per rimediare vi consiglio Miti del nord di Neil Gaiman, sempre edito da Mondadori) può ritrovarsi spiazzato dalla descrizione di Asgard e dai personaggi quali Thor e Frigga, ma questo volume è decisamente destinato a chi sa già come orientarsi, eppure si ritroverà ad essere colpito da questo “nuovo” Loki.
Il punto forte di questo libro è sicuramente il suo protagonista, che compie un evoluzione mirata alla presa di conoscenza del proprio se, nel corso delle pagine scopriamo chi è il vero Loki, ma soprattutto chi vuole essere. È il motivo principale per cui ho amato questo libro.
Purtroppo però ci sono state anche cose che mi hanno fatto storcere il naso, a partire dalla trama vera e propria, forse fin troppo semplice. Da un libro sul Dio dell’inganno mi sarei aspettata un’avventura più intensa, ricca di azione e colpi di scena (qualcosa alla Leigh Bardugo con il suo Sei di Corvi, per intenderci); c’è solo un unico grande plot twist, che però arriva alla fine del libro e che non ha il giusto tempo per essere assorbito e sviluppato meglio, i vari passaggi sono tutti piuttosto prevedibili, così come le dinamiche dei fatti e le varie conseguenze. 

© night-cf / Tumblr
Il tutto poteva essere affinato di più. Partendo dall’ambientazione (poco sfruttata, avrei amato vedere più scene dei personaggi aggirarsi nella Londra vittoriana) passando per i personaggi (i più “caratterizzati” sono solo Loki e forse Amora – il cui ruolo era piuttosto scontato) e finendo con alcuni cliché (come il tradimento e l’instant-love) che potevano essere evitati o gestiti meglio
I personaggi secondari sono quasi inutili al fine della storia, il più maltrattato è sicuramente Theo, molto simpatico e che secondo me la Lee ha utilizzato solo per inserire l’elemento della diversità (scusate a me ha ricordato una versione mal riuscita di Kaz Brekker con il suo bastone) il cui ruolo di spalla è stato utilizzato per una manciata di frasi. 

In conclusione: Loki, il giovane Dio dell’inganno è un libro che intrattiene con piacere, che ti fa sorridere ai vari easter egg (come la menzione ad un certo signor Stark) e che ti fa apprezzare sotto una luce diversa Loki, capendo a pieno le sue scelte e facendotelo amare ancora di più. 

Solo per questo merita 3 stelline piene, promosso con alcuni debiti.
Ps: Chi l’avrebbe mai detto che è stato proprio Loki a dare il nome allo SHIELD? 

 C’è sempre una scelta. 


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INTRECCIO: ✨✨
WORLDBUILG: 
PERSONAGGI: ✨✨✨
STILE: ✨✨✨


3/