Cerca nel blog

29 febbraio 2024

Ali Hazelwood e le fan fiction che ce l’hanno fatta.

    Ali Hazelwood è una scrittrice e neuro scienziata italiana, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta, questo è ciò che recita il buon caro e vecchio Wikipedia.

Per il mondo del bookverse è l’autrice di titoli come “The Love Hypothesis” e una serie di libri ambientati nel mondo delle STEM (science, technology, engineering and mathematics), libri femministi dove la protagonista principale è una “delle tante” che si ritrova ad affrontare con il suo solo cervello – ed una buona dose di nerdaggine – un mondo ancora troppo prettamente maschile, ma che finisce per forza e dovere di cose a mettersi con lo scienziato bello e stronzo (passatemi il termine) che si rivela un cuoricino di panna, spesso proprietario di un animale molto carino e che alla fine della fiera tutto sembra andare rosa e fiori.


Nell’immagine i libri ambientati nel mondo STEM. 
Si, li ho letti tutti, si sono ADORABILI.

Libri che hanno avuto un successo planetario perché nonostante tutto sono scritti discretamente bene ed hanno due delle cose che nell’ultimo periodo fa impazzire il booktok: il romance enemies to lovers e lo spicy. 
Elementi che hanno portato l’autrice italiana, ma che vive e scrive in un paese anglofono (sempre grazie Wikipedia) a diventare la beniamina di tanti. 

Tutto questo STEM e femminismo viene decisamente accantonato nella sua nuova fatica: BRIDE.


Bride, edito in Italia da Sperling & Kupfer (la stessa di Iron Flame e casa editrice da poco convolta in uno scandalo per aver abbandonato la pubblicazione di un romanzo molto amato dal booktok) è stato etichettato dalla casa editrice come ‘Fiaba’.

 Bride narra di Misery, una vampira che viene costretta a sposare Lowe, un licantropo, peccato che le due specie si odino dall’alba dei tempi. 
Avete già capito il finale vero? 
Insomma non è una trama da Sanderson, ma neanche una da Meyer, è più un film da Hallmark channel o come piace definirlo a me: una fanfiction che ce l’ha fatta.


La Hazelwood è dannatamente brava a prendere tutti gli elementi che piacciono e

che spesso vengono inseriti nei romanzi – i famosissimi trope – ed a sfruttarli come non ci fosse un domani, rendendoli, seppur banali, il fulcro di ogni cosa. 
Se in un romanzo più articolato questo elemento caratteristico viene accompagnato da altri elementi coordinati (come trama, caratterizzazione dei personaggi e worldbuilding) qui l’autrice li utilizza come un vero e proprio ingaggio narrativo, non azzardandosi neanche per un istante a distaccarsi dal discorso, praticamente ciò che fanno quasi tutti gli autori che pubblicano su Ao3 o Wattpad.
Lei semplicemente ha trovato il modo per guadagnare con le sue fan fiction, per favore insegnami(ci).

I libri della buona e cara Ali hanno però una cosa molto particolare: sono decisamente fin troppo belli, o meglio, godibili.

Si leggono con una scorrevolezza da burro spalmato su di un toast e alla fine della fiera sono anche una piccola perla che tratta di argomenti che decisamente meritano di essere esplorati (il mondo STEM) o sdoganando i principi morali che governano alcune categorie di creature viste dal lettore fantasy sempre in un x motivo (con più o meno variazioni sbrilluccicose). 

 

    Se ci concentriamo sull’ultimo romanzo, la cosa che più fa distinguere BRIDE da un Twilight wanna be è il fatto che si, parliamo di Vampiri e Licantropi, ma non sono né il canone né una rivisitazione sbrilluccicosa, piuttosto la Hazelwood ci ha messo la sua passione per la scienza dando una spiegazione biologica all’esistenza di queste creature, un po’ come se fossero degli X-man che hanno subito mutazioni biologiche, dando un ‘perché’ alla loro diversità, rendendo la situazione riconosciuta al mondo intero ma al tempo stesso una minaccia, un pericolo e un dubbio di legittimità d’esistenza.

Ovviamente questa trovata ha i suoi pro e contro, però segna la differenza con i mille libri del genere che narrano l’eterna lotta tra le due razze. 

Se ci si sforza un po’ riusciamo anche a trovarci una sorta di critica sociale, piuttosto attuale, al diverso ed alla convivenza fra popoli diversi, ma questa parte è solo usata come ‘scusante’ alla trama senza venir sviluppata e scavata abbastanza per considerarla davvero una frecciata a ciò che accade nel mondo vero. 

Se negli altri suoi libri la Hazelwood ha osato di più, criticando aspramente e facendo saltare fuori gli altarini del maschilismo all’interno delle STEM, in questo libro la cosa è solo accennata, come se non volesse addentrarsi in un aspetto di cui non è padroneggiante al 100%.

Una cosa che apprezzo molto.

 

    Per quanto riguarda il libro in se, ovvero il suo aspetto stilistico e co, mi è piaciuto molto come la Hazelwood ha usato la tecnica dello 'show don’t tell' ricorrendo anche ai flashback per mettere le basi del worldbuilding da lei creato e posizionare i personaggi e le loro relazioni, svela tutto in maniera graduale ma non lenta, suscitando l’effetto di aspettativa e di soddisfazione delle domande nel lettore, anche se forse in maniera un po’ frettolosa ed approssimativa, per il genere di narrativa è più che sufficiente a dare il quadro generale ed a piazzare tutti i tasselli che servono per godersi la lettura.

È un libro con una trama molto semplice, come lo sono tutti i libri della stessa, ma questa non è decisamente una cosa negativa, anzi, rendono la lettura scorrevole, piacevole, non pesante e perfetta per semplicemente distrarsi ed immergersi in un romance non stucchevole, non trash o cringe, nonostante alcuni momenti molto “wtf” su cui possiamo chiudere un occhio (si sto parlando di quella scena e di quella particolare “abilità” dei lupi – ora capite perché parlo di FanFiction?).

Per apprezzare questi libri dobbiamo partire ben prevenuti, con la consapevolezza di non star leggendo il libro che ci cambierà la vita ma che sicuramente ci farà passare delle belle ore di lettura.

Avrei preferito un intreccio leggermente più misterioso perché è decisamente prevedibile lo svolgimento dal capitolo 2, però non è né un fantasy classico e nè un thriller, soprattutto se si prende in considerazione il finale, con un plot twist che decisamente non è molto twist ma soprattutto che si risolve forse in maniera decisamente troppo veloce, penso si tratti di neanche mezzo capitolo.
Potevamo sforzarci un po’ di più Ali, considerato il fatto che si tratti comunque di un libro autoconclusivo. 

Ma cosa ci vogliamo fare? 

Ovviamente i personaggi principali – Misery e Lowe – sono gli unici di cui abbiamo un’infarinata della loro personalità, il resto è decisamente abbandonato alla funzione del racconto e subordinati ai primi due, anche questa cosa tipica delle fan fiction, perché della trama in pratica non ci interessa molto, vogliamo solo vedere come la loro storia si evolve e come termina con un epilogo da felici e contenti.

Io spero davvero che qualcuno abbia già acquisito i diritti per un film o serie tv, insomma la sceneggiatura è già pronta!

 

In conclusione, se si prende questo libro in mano consapevoli di star leggendo un romance con elementi fantasy, praticamente come se fosse una fan fiction su AO3 editata e scritta bene, allora non vi deluderà! 

21 febbraio 2024

Ne\oN e la rivoluzione del bookinfluencing.


    Ne\oN è la nuova linea editoriale della casa editrice Edizioni e\o il cui lancio è previsto per la seconda metà del 2024 ed il suo nome è già sulle tastiere di tutti. 




    La nuova linea editoriale porta una ventata di luminosità nel marasma di case editrici che tentano di accaparrarsi le vendite dei libri sfruttando il booktok, fenomeno che dal 2020 e ancora più forte negli ultimi anni (Si, dall’anno 0 del COVID sono passati già 4 anni) è stato il "merito” del rilancio della lettura. 
Su TikTok, social che non credo abbia bisogno di spiegazioni, i video virali di gente ‘comune’ che legge libri hanno spronato la GEN Z a capovolgere la concezione che leggere non sia da sfigati, anzi… rendiamolo aestetich
E così i “libri del booktok” diventano best seller, le case editrici incassano e sorridono, la AIE millanta la crescita della lettura nel nostro bel paese e tutti sono felici. 
Gli unici a non esserlo però sono proprio i “lettori forti” ovvero coloro che leggono i libri da prima che diventasse cool e ne leggono 50 all’anno, non i 10 che diventano virali, libri che però - come la buon vecchia legge della domanda e offerta insegna - hanno ricevuto una modifica non solo nelle pagine colorate e nelle copertine accattivanti, ma anche nel prezzo. 
In media un libro costa non meno di 20/25€, anche se ha meno di 300 pagine ed il contenuto lascia pure a desiderare (però almeno la carta usata è colorata!).

    Cosa c’entra tutto questo con la Ne\oN
Ieri sull’Istagram della casa editrice è apparso un post dove la CE annuncia la scelta di appoggiarsi a NetGalley per la distribuzione delle copie eArc delle sue prossime uscite. 


NetGalley, per chi non lo conoscesse, è un sito – prettamente inglese – dove gli autori, case editrici ecc, possono “consegnare” digitalmente la copia del proprio libro a chi ne fa richiesta in cambio di una review, il più delle volte si tratta di libri in anteprima, ma che non hanno ancora finito il “giro di editing” ovvero libri che non sono certi al 100% che verranno pubblicati esattamente a quel modo. 
Il prodotto finale non è lontano dall’eArc ma potrebbero esserci comunque modifiche. Badiamo bene che gli Arc si differenziano dalle copie complete che possono essere inviate agli influencer (spesso, alcuni, ricevono entrambe).
Questo metodo di pubblicità è utile per far iniziare a conoscere il proprio libro, facendo circolare già alcuni dei suoi elementi e suscitando l’aspettativa ed il chiacchiericcio, fondamentale in un sistema di pubblicità digitale nel quale le case editrici stanno puntando tutto nell’ultimo decennio. 

    Perché tutto questo casino
    Perché la Ne\oN ha dichiarato che – salvo ulteriori decisioni – il modo di collaborare con i bookinfluencer sara esclusivamente con questa piattaforma, ovvero gli Arc dei libri che metteranno a disposizione ai TikToker saranno in ebook e non in forma cartacea. 
Una scelta etica? Una paraculata (scusatemi il francesismo)? 
O semplicemente una scelta dettata da una buona ricerca di mercato e una forte coerenza editoriale? 
Per il mio modesto – e forse inutile parere – la Ne\oN ha spalancato le porte del prossimo passo dell’influencing editoriale. 
Proprio perché i libri adesso sono cool e molti di loro diventano virali grazie al puro fatto che sono belli da fotografare (e non tutti anche belli da leggere), con il conseguente aumento di prezzo del singolo volume, le copie cartacee che le ce mandano agggratis agli influencer fanno storcere il naso a chi quei libri vorrebbe comprarli ma non può, perché se nel 2012 con 50€ uscivi dalla Mondadori con una bella busta di libri, adesso ne prendi forse uno e mezzo, però magari lo metti dentro la tote bag in omaggio. 
Il tutto viene aggravato dal fatto che agli influencer quei libri che costano cosi tanto vengono inviati senza una forte selezione, ma solo perché “hanno i numeri” e li “mandano virali” forse neanche leggendoli, tempo una settimana dall’uscita li ritroviamo su Vintend, venduti a qualche euro in meno da quello di copertina, giusto per fare bella figura. Sto generalizzando molto, scusatemi per questo, ma penso che il concetto arrivi forte e chiaro. 
    La Ne\oN ha già deciso di non prendersi in carico tutte le critiche che potrebbe generare questo tipo di pubblicità, perché scegliendo NetGalley ha eliminato la parte di critica che i lettori potrebbero (e fanno) a chi manda libri cartacei senza neanche pensare che sarebbe uno spreco di tempo e denaro, tempo e denaro che mi auguro venga riservato ed investito per ciò che conta davvero: il libro. 

Le spese di stampa e trasporto non sono poche, soprattutto se non si ha la sicurezza del ritorno economico, costi che potrebbero essere riservati a pagare un editor o un traduttore all’altezza del suo lavoro.
La Ne\oN con il suo catalogo e il modo di gestire la sua linea editoriale ha già dimostrato di distinguersi notevolmente dalle case editrici che negli ultimi anni puntano a sfruttare all’osso la viralità di un contenuto, cercando di rimanere sempre sul pezzo, ma facendolo in maniera rivoluzionaria e corretta. 
Già sulla loro pagina instagram si sono distinti con la volontà di fornire un servizio basato sulla comunicabilità, rendendo pubblico e luminoso il loro calendario editoriale, e sulla fruibilità, pubblicato libri flessibili e maneggiabili, ma soprattutto sulla qualità, con titoli, tra quelli già presentati, di autori che sono già chiacchierati ma in maniera molto positiva, soprattutto che si distaccano dal tipo di libro che è facile da mandare virale, ma propone dei titoli interessanti, quasi di nicchia e al tempo stesso molto bramati dal lettore forte. 

    Con questo articolo non voglio certo demonizzare le CE che mandano copie cartacee o gli influencer che le ricevono, se fatto con logica e studio è una scelta che comprendo e accetto, vorrei semplicemente evidenziare come sia facile optare per un opzione altrettanto valida che cerca di mettere d'accordo tutti e che potrebbe risultare un vantaggio per chiunque, dall'autore all'editore ma soprattutto per il lettore.
Cio che conta non è la forma del libro ma ciò che si trova al suo interno.

    La Ne\oN debutterà il 4 settembre 2024 con Fathomfolk di Eliza Chan, insieme a Saltblood di Francesca de Tores, due tra i tanti libri che possono diventare libri belli sia da fotografare che da leggere, soprattutto se una linea editoriale parte già con un posizionamento cosi forte e coerente con se stessa. 

    Sarà la rivoluzione del book influencing?
    Io spero di si.
    Voi? 

🦉🦉🦉🦉🦉

Se ti è piaciuto questo articolo, lascia un like e/o un commento
e se ti fa piacere condividilo con chi vuoi
te ne sarei molto grata!
Ogni commento è accetto, soprattuto le critiche costruttive.
Esca.

🦉🦉🦉🦉🦉

Puoi trovarmi anche su: